La pratica di consapevolezza del respiro

Che cos'è la pratica di consapevolezza del respiro

Quando ti siedi ad occhi chiusi per praticare la consapevolezza del respiro, non utilizzi nessuna tecnica di respirazione, fai una cosa molto più semplice: ascolti il respiro e basta. Ti limiti ad accogliere il respiro e a lasciarlo andare, così com'è. Ti lasci respirare, attentamente. Solo questo.

La pratica di consapevolezza del respiro non implica una riflessione sulla natura del respiro. È un'attività puramente percettiva, sensoriale. È, a seconda di ciò che senti più congeniale di volta in volta, essere cosciente della sensazione dell'aria che entra ed esce dalle narici, oppure del movimento provocato dal respiro nel tuo corpo, che sia l'addome o il torace. Non è pensare al respiro, ma sentire il respiro, essere col respiro, riposare nel respiro. Il Buddha diceva: “ In ciò che senti, ci sia soltanto ciò che è sentito; in ciò che vedi, soltanto ciò che è visto”.

Nella pratica di consapevolezza del respiro, la mente diventa pian piano come la superficie di un lago calmo. A più riprese, sorgono pensieri che increspano la superficie della tua mente, e va bene così, fa parte del processo, perché per natura la mente è in movimento e si distrae. Accogli quei pensieri, riconoscili e lasciali andare, come fa il cielo nell'accogliere le nuvole che passano, senza trattenerle. E ritorna nuovamente al respiro. Ogni volta che ti distrai, con pazienza e gentilezza, torna al respiro e lascia che pian piano il respiro ti conduca nei reami del silenzio.
 

Dove ti può portare la meditazione di consapevolezza del respiro

Nell'ascoltare il respiro, apri la porta sul momento presente. Ed è come se, facendolo, improvvisamente tu potessi contemplare, con stupore, il bellissimo panorama che si stende davanti a te. Lì, nella profondità del momento presente, il tempo si dilata e hai la sensazione che il passato sia accaduto molto tempo fa e che il futuro arriverà tra molto tempo o che, temporaneamente, non esistano proprio più.
Il respiro accade nel momento presente e di respiro in respiro ti muovi in un susseguirsi di momenti presenti. Così, per un tempo più o meno lungo, il tempo diventa per te un eterno presente.

Ogni attimo diventa vasto, aperto e arioso. E così diventano la mente e il cuore. Dimori nella spaziosità, nella leggerezza, nella pace del Presente. Ti alleggerisci di tutti i pensieri, i ricordi, belli o brutti che siano, e ti liberi da tutti i ripensamenti, il rammarico, gli attaccamenti, le frustrazioni, il peso del passato. Ti alleggerisci delle previsioni del futuro, positive o negative che siano, ti liberi dalle preoccupazioni, dall'ansia del futuro e da tutte le incombenze che ti aspettano.
Dimori in uno stato di rilassamento e insieme di attenzione vigile, senza cercare di ottenere alcunché.
Quando impari a stare col respiro, la tua mente pian piano si trasforma. Può sembrare banale, eppure nella sua semplicità questa pratica umile e preziosa ti porta a sperimentare la libertà dell'Essere. Non fai nulla, sei col respiro, ti lasci attraversare dal respiro. Sei. Quando sei e basta, quando sei pienamente, tocchi la pace e la gioia dell'Essere.
 

La consapevolezza del respiro e il silenzio della mente durante le attività quotidiane

Il respiro nasce con la vita e muore con la vita, nasce con te e muore con te e in questo lasso di tempo ti accompagna silenzioso. A meno che non si alteri per via di uno sforzo o per motivi patologici, non ti accorgi quasi mai di questo compagno fedele e discreto. Il respiro non ti abbandona mai, è sempre disponibile ed è un pozzo inesauribile di stabilità e pace. In ogni momento è lì per te.
Nell'ascoltarlo, non sapresti dire da dove venga, né dove vada. Non arriva dal passato, né si muove verso il futuro. In uno o due attimi, l'inspiro nasce e muore, e lo stesso vale per l'espiro. Il respiro si rinnova, e così fa l'attenzione che accompagna il respiro.

Siccome è sempre disponibile, non c'è momento in cui tu non possa dimorare e riposare nel respiro. Non solo durante la pratica formale, ma anche quando cammini, vai in macchina, ascolti qualcuno, tagli l'erba del prato, guardi il cielo stellato, soffriggi le cipolle, scrivi a qualcuno, ti addormenti la sera, ti svegli la mattina. Ogni volta che te ne ricordi.
Quando ti alleni ad accompagnare le tue azioni quotidiane con la consapevolezza del respiro, vieni riportato costantemente al momento presente, ti cali nel mare profondo del qui ed ora e il chiacchiericcio della mente pian piano si placa.
La consapevolezza del respiro durante le azioni quotidiane non è una distrazione da ciò che fai, è al contrario qualcosa che ti porta ad essere pienamente nell'esperienza, qualunque essa sia, con una mente e un cuore pacificati. Quando sei consapevole del tuo respiro, sei in contatto con te stesso e puoi stare in quello che c'è con tutto te stesso, nel momento presente: allora ti accorgi che puoi rilassarti, lasciare la presa, godere delle piccole cose, guardare con attenzione, vivere pienamente, vedere molte più cose di quante tu nei abbia mai colte. Ti accorgi che puoi vedere, conoscere e comprendere ciò che incontri e sperimenti con più profondità. Cogli più cose, nel loro insieme e nel dettaglio.

La vita c'è e aspetta che tu ci sia. Quando tu ci sei, lei è lì per te in tutta la sua ricchezza.
Quando impari a stare in contatto col respiro con una mente aperta, il tuo sguardo comincia a originarsi da un nucleo più profondo e puro: lì, può anche capitare che tu smetta di definire, di giudicare, d'incasellare le esperienze e le persone. Quando vivi un'esperienza nell'apertura e nel silenzio della mente, per esempio nel discutere con qualcuno, non pre-vedi alcun esito, stai soltanto con ciò che accade: è come se tu aprissi le braccia ad infinite possibilità, che ti sarebbero precluse se tu ne determinassi l'esito in partenza, secondo un copione che conosci già a memoria. Quando riesci a rapportarti con un collega, con tua madre, con un'amica o con tuo figlio nel silenzio della mente (e quindi nel silenzio della definizione e del giudizio), concedi loro la libertà di essere come vogliono, perché tu sei libero. È così che li rispetti. Questo modo di rapportarti con l'altro cura te e l'altro, dona libertà e creatività ad entrambi.

La tua pratica di consapevolezza del respiro non serve soltanto a te, ma anche a chi t'incontra o ti vive accanto, perché è sempre piacevole e proficuo stare con chi ha un cuore e una mente pacificati. E come ogni arte sacra, perché di questo si tratta, questa pratica ti avvicina alla natura divina dentro e fuori di te.