Negli antichi testi dell’India conosciuti come Upanishad, il termine “viniyoga” viene utilizzato per esprimere concetti come “offerta” o “dono”. Nello stesso spirito, Patañjali ha ripreso questo termine e lo ha utilizzato nello Yoga-Sûtra per indicare un’applicazione dello yoga che fosse completa e specifica insieme e, in particolare, rispettosa dell’individuo.
Chiunque voglia fare un dono a un amico, per trovare qualcosa di adatto e gradito, pensa a lui, ai suoi gusti, a cosa gli piacerebbe, alle sue caratteristiche, ai suoi bisogni. Questo atteggiamento descrive lo spirito viniyoga. Per proporre una pratica utile ed efficace, un insegnante presta attenzione al suo allievo, lo ascolta, lo osserva e gli propone tecniche psicofisiche e/o orientamenti per la vita quotidiana “su misura”, personalizzati. È per questo che tradizionalmente l’insegnamento dello yoga veniva trasmesso individualmente.